Quadretto

[Puntate precedenti:  e ]

– Dunque, eravamo rimasti al “ma non dovevamo darci del tu?”, vero?
– Già. E stavamo andando a un pub.
– Quello è irrilevante, ho idea che non ci arriveremo.
– Credo anch’io. Ma il viaggio è più interessante, non trova?
– Quindi ha deciso per il lei.
– Non possiamo rompere certe convenzioni narrative. Poi il pubblico non ci riconosce.
– Invece così sa che siamo sempre quei due coglioni.
– Esatto.
– Però a volte capitano cose strane.
– Sarebbe?
– Inaspettate. Fuori dalle convenzioni narrative. Vabbè, lei che ne sa, vegeta sempre allo stesso sportello Accettazione Curricula Sentimentali.
– Guardi che se ne vedono delle belle anche lì. Tipo lei.
– Io non sono “delle belle”…
– Non fa ridere.
– Uff. Bisogna concedere alle donne un po’ di vittimismo. Comunque, parlo proprio del genere di cose che di certo ai suoi utenti non capiteranno mai
– Perché?
– Perché loro sono accartocciati in sogni di carta come dentro al piumino di un letto freddo.
– Questa se l’è preparata?
– Vantaggi di esistere nella scrittura, tesoro.
– Comunque, non ho capito.
– Svantaggi di essere stato creato stupido, tesoro.
– Sei una stronza.
– Ehi, mi hai dato del tu.
– E’ una forma di ribellione alle convenzioni narrative. Così la smetti di dire che stiamo accartocciati nonsobenedove.
– Non era mica un’offesa. Era una tristezza.
– Eh?
– …Pensi mai… che si potrebbe non riconoscersi
– Cioè?
– Cioè io vengo da te no, ti descrivo la persona che cerco e ce l’ho bene in mente. Ti lascio anche il mio curriculum e tu o qualche tuo collega frustrato mi appendete in graduatoria. 
– Mh.
– Ma magari la persona che cerco non esiste. E ne esiste invece un’altra, che incontrerò senza badarci.
– Eh grazie, te l’ho detto dal primo giorno.
– Noi Bovary abbiamo i nostri tempi per capire.
– Spero che il tuo sia più breve e finisca meglio
– Anch’io. Ma capitano mai errori?
– Nella vita? Un casino.
– No, dicevo che so, uno scambio di schede e mandano la persona sbagliata a quella sbagliata.
– Vorresti la persona sbagliata?
– Oddio, perché? No!
– Secondo me sì. L’hai detto con uno sguardo speranzoso.
– Ti pare. La manderei via e sarebbe inutile.
– No. La terresti per vedere che succede. E saresti affascinata dallo scoprire che tutta questa storia di aspettative e romanzi è un’enorme minchiata.
– Scherzi? Vivrei nel rimpianto. Mi aggrapperei con tutte le forze al piumino di carta, e piangerei ogni sera leggendoci sopra una storia troppo diversa da quella reale.
– Mah…
– Avrei fallito la mia vita-quadretto. Certe cose non si correggono. Le prime volte non ritornano: la prima volta è una, e te la giochi lì. Il ricordo da narrare ai nipotini sarà uno soltanto.
– Poveri nipotini. Sai che palle, la Nonna dalla Vita Quadretto.
– Senti, se passi tutto il giorno a confrontare quello che hai con un tuo vecchio sogno,
– …E’ ovvio che ti prendi il palo nei denti. Il Vecchio Sogno si chiama Vecchio Sogno appunto perché non esiste.
– No! O sì… ma comunque rappresenta un bisogno.
– Sogno, bisogno. Buffo.
– E se la realtà non lo soddisfa, sogno o no, ci starò male.
– Avrai il rimpianto della vita-quadretto.
– Già.
– Così invece avrai il rimpianto della vita vera.
– …
– Oh, sono scelte.
– ……Non è così facile.
– No, non lo è. Nessuna scelta lo è, quando ti metti a pensarci.
– Meglio non pensarci?
– Mah, tu pensaci finché ti pare. Il fatto è che tanto poi la scelta accadrà da sola.
– Per qualche motivo futile.
– Esatto.
– Un po’ come darsi del tu. 
– Un po’ come darsi del tu.