Monthly Archives: Maggio 2005

Come il respiro

Non credo che certi doni, siano questi della mente o del carattere, si possano pesare come lo zucchero o il burro; nemmeno a Cambridge, dove son tuttavia così bravi nel dividere la gente in classi e nel mettersi un cappello in testa e una quantità di lettere e iniziali dopo i loro cognomi. Tutto questo attribuire superiorità a se stessi e inferiorità agli altri, appartiene a quella fase scolastica dell’esistenza umana.

No, per quanto sia delizioso il passatempo di misurare, è sempre la più futile delle occupazioni, e sottomettersi ai decreti dei misuratori, il più servile degli atteggiamenti. Finchè scrivete ciò che volete scrivere, questa è la sola cosa che conta, e se conti per un giorno o per un’eternità, nessuno può dirlo. Ma sacrificare un capello della vostra testa, della vostra immagine, una sfumatura del suo colore, per far piacere a qualche direttore di scuola con un vaso d’argento in mano, o a qualche professore con il suo campione di misura nascosto nella manica della giacca, quello è il più vile tradimento.
(Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé)

Quindi, scrivete. E non badate a tutti quei solerti misuratori che non vedono l’ora di timbrarvi in fronte il loro insindacabile giudizio.
Ma non sto parlando solo dei professori – alcuni dei quali, forse, sono più aperti di quanto riescano a dimostrare coi loro balbettati boiamondo.
Più o meno tutti abbiamo l’innata tendenza a giudicare, etichettare, inscatolare gli altri in qualche comoda definizione. Ci si orienta meglio, dopo; le nostre quattro futili Verità si guadagnano la maiuscola e non si perde troppo tempo a interrogarsi.

Eppure qualche volta, mentre conservavo tranquillamente in tasca la mia verità, m’è capitato di sbattere il naso (cose che capitano spesso a noi De Bergerac) sul Portone davanti alla Personalità di qualcuno. Allora mi sono messa a cercare l’etichetta giusta – sicuramente c’era! Si trova sempre, un’etichetta. Ma poi… ho sentito qualcosa. Eh, a far proprio silenzio, si riusciva a sentire una voce, da là dentro.
Balle. Attaccaci ‘sto cartello al portone, anzi scrivici proprio "Rompicoglioni", così non ti verrà in mente di tornare da queste parti – ché in ‘sto quartiere abitano Personalità fastidiose. Però… però… forse…
Ho dato un’occhiata da una fessura. E ho visto un tale guazzabuglio là dentro – volgarmente, un casino incredibile  – che le mie fiere verità sono saltate fuori dalla tasca impallidite, fuggendo con la coda fra le gambe.
Allora ho bussato piano, qualcuno lentamente ha aperto, e io ho scoperto che è spettacolare viaggiare nella gente. Ma questa, è un’altra storia.

[Ho letto da qualche parte:
"La persona coerente difende ogni nazionalità, anche quelle che contano solo due persone.
Entra negli altri come il respiro".
…Ma affinché il respiro possa scivolare nella serratura di ciascuno, deve farsi sottilissimo e leggero, abbandonando la zavorra del giudizio.]

Felicità

Presentatrice – Si’ori e Si’ore, vi presento un nuovo ospite! Abbiamo oggi qui con noi…
Felicità – Ma SEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
Presentatrice – Ahem! Mi lasci almeno finire di presentarla…
Felicità – Eh? Perchè? Non si vede chi sono? Eh? Eh? Eh? <saltella da una parte all’altra del palco>
Presentatrice – Una rompic.. ehm! Sì dicevo ch…
Felicità – <spingendo via la presentatrice>…E la vita è BELLA!!!
Presentatrice – Oh allora si arrangi! Io me ne vado! Che qui il mio lavoro… sniff.. non è mai valorizzat… sigh… buaaaaaaah!
Felicità – Sì levatemi di torno ‘sto piagnone! Ché oggi si sorride, gente! Perchè… perchè…

<dal pubblico>
1° spettatore – Scusi… posso farle una domanda?
Felicità – Ma prego!
1° spettatore – Con quale faccia tosta lei crede di esistere?
Felicità – Cos… no guardi, lo spettacolo della Fra l’hanno già fatto… ha sbagliato serata…
2° spettatore – No no! Non si tratta di filosofare! Lei, Felicità, non è altro che una stupida illusione!
Altri spettatori – …E un’ipocrita!
– Una traditrice!
– Senza rispetto! Come fa a sorridere! Ma dico, lo sa dei bambini in Africa?
– E delle guerre?
– Per non parlare delle ingiustizie!
– Già! A me per esempio, la Movia s’è inventata un quattro!
– E poi, lo stress! Dico, lei lo sa com’è il maggio della quarta liceo?
– Studiare, studiare sempre! Come fai a goderti la vita se la passi sui libri?
– Già, facile per te, che abiti in una secchia raccomandata!
<la Felicità indietreggia, pallida>
– E le preoccupazioni! Lei che ne sa della scaga che mette la Capo? Eh?
– …E ci manca anche di rispetto! Insomma non lo vede come ci trattano?
– Tzè! E ha perfino il coraggio di… esistere, la Felicità!
– Vorrebbe che sorridessimo, la sfrontata!
– E che non ci lasciassimo abbattere, addirittura!
– Ma cosa crede ch..

Felicità – Oh.. OH! BASTA! SILENZIO! Io… ehm… lo so… vi capisco. Ci sono tante cose… tante piccole ottime ragioni per essere sfiduciati, delusi, scazzati, nervosi. Eppure… io credo che sorridere sia anche una decisione. Non parlo di sorrisi ipocriti, non si tratta di far finta di essere felici. Si tratta di sceglierlo.
Navigando sul nostro pezzo di mare, a volte incontriamo tempeste tali che anch’io, davvero, fuggo a rintanarmi sottocoperta pregando che passi presto. Ora sono qui proprio perchè una di queste tempeste è passata. Altre volte però, ci rannicchiamo a guardare quel sedile un po’ sfilacciato, ci riempiamo le orecchie di qualche scricchiolio della barca; e mentre siamo intenti a lamentarci delle mezze stagioni, ecco che sopra di noi qualcuno rovescia un secchio di acquarelli sulle nuvole, o forse da una zattera vicina ci salutano gli amici – ma noi non sentiamo.
Basterebbe sollevare un po’ la testa, e stupirsi ancora. Certo che la barca continuerà a scricchiolare, i sedili a sfilacciarsi e il vento a scrollarci! Ma non sarà più tanto importante. Ci lasceremo cullare dalla brezza che lenta ci trasporta avanti; e ascolteremo questa immensa vita sciabordare sullo scafo, aguzzando lo sguardo per intravedere l’ombra del futuro dietro la foschia, all’orizzonte.

Basta un attimo

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

(Montale)

Che dite… scriviamo su un blog?

Entusiasta – Sì Sì Sì dai!!!
Razionale – Perchè? Dimostrami che è giusto.
Disfattista – Naaaa… tanto non ci legge nessuno. Non gliene frega niente a nessuno. Ecco. Maaamma… <pollicione in bocca>
Filosofa – Scrivere? Ma cosa significa scrivere?
Rinco – Scrivere? Ma cosa significa scrivere?
Filosofa – Era la battuta mia!
Rinco – Eh?
Poetica – …ed è dolce lasciare alle parole, che non costano nulla ed hanno l’ali, di lenire e incantare il nostro cuore…
Sistica – Zerto che posciamo scrivere! Perchè qui z’è zente che ne sa!
Archimedica – Datemi una penna e vi solleverò l’anima
Incazzosa – Se scrivo o no? Cazzi miei!
Sindacalista – Scrivere è un nostro diritto!
Timida – Un blog? E loro leggono? Loro loro? Quei cattivoni che giudicano? Io paura!!!
EgoObeso – Io sono bravissima a scrivere. Questo sarà il blog migliore di tutti. Io sono la migliore di tutti.
Incazzosa – E tu chi minchia sei? Non è questo il tuo corpo! Tornatene dall’Ele!
Paranoica – Scrivere… Machissàcosapensano… Esepoifacciounafiguradimerda? Esesembrostupidapateticanoiosalogorroica? E se.. <STUD><TumpOuchAiutLiberatmAzzMmmmmmmppfffff..!!!>
<La folla attonita si volta verso la personalità Paranoica, legata e imbavagliata>
Tutti – Chi è stato?
EgoObeso – <sfregandosi le mani con nonchalance> Io… Un lavoretto da nulla… 
Tutti – Seeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! Feeesta!!!
<La folla porta l’EgoObeso in trionfo>

Presentatrice – Ahem. Ssà Ssà…Prova… prova… Uhm.. Ok. Coff coff. Ah – ehm. Signori e signore,
eliminati elementi di disturbo…
Secchiona – Ehi! Un’allitterazion..
Presentatrice – AH-EHM. Signori e signori, dopo aver eliminato elem.. cioè.. le personalità di disturbo; considerati i pro, i contro, i se, i ma e i purtuttavia; eseguita un’iniezione di fiducia nella vena creativa…
Disfattista  – …"Un’iniezione nella vena creativa"… oddio… era una gag…?
Presentatrice – UFFA! Insomma, presentatelo voi ‘sto blog del cazz…!
Sintetica – Subito.
<prende in mano il microfono>

Ecco a voi
il blog.

<sipario>

– Pssst… Ma che, è già finita così?
– Naaa. E’ appena cominciata.