Monthly Archives: Maggio 2010

Ascoltare la sera

giardino

Quand’ero piccola – ma piccola piccola – papà mi portava spesso al giardino accanto alla chiesa.
Diceva che andavamo ad ascoltare la sera.

E io mi vergognavo, quella frase vibrava di un’emotività da cui dovevo assolutamente prendere le distanze. Perciò tenevo il muso, e ostentavo superiore indifferenza.

Niente, ci ho pensato perché adesso sono col computer in questo cinguettante giardino,
e sto ascoltando la sera.

Io di FB ho un po’ paura.

Finestra di facebook

In morte di Emma B.

Aspettare un messaggio per ore (giornimesianni). Scrivere lettere mai spedite. Passare per caso in certi posti. Radiografare una frase, in cerca del senso che voglio. Stupirmi per solo una mano che prende la mia. Restare di notte a guardare una valle, chiedendo alle luci sul fondo se sono nata davvero dalla parte sbagliata Рe allora ̬ inutile aspettare.

Non sapevo mica che tutte queste cose non c’entrano niente.

Innocenza

Sembrava una danza surreale. Due ragazzini, soli, a notte tarda, dentro porta Maggiore – proprio dentro, sull’isoletta di marciapiede che circonda la porta, in mezzo all’incrocio. Sono spuntati oltre il mio finestrino, mentre ero ferma al semaforo.
Quello un po’ più grande – tredici, quattordici anni – brandiva una spada di cartone; l’altro, con una mascherina nera sugli occhi, fingeva di scappare dietro gli angoli di pietra. Si cercavano, si prendevano, mimavano la lotta, poi saltavano uno oltre le spalle dell’altro; volteggiavano ridendo fino a ritrovarsi abbracciati, stretti guardandosi negli occhi – ancora senza vergogna, ancora non sapendo che non si deve.

Spero che nessuno glielo spieghi mai.

[Doveste fermarvi a quel semaforo, di notte, cercate Peter Pan sotto porta Maggiore]

Visto?

Stava spiegando qualcosa a un allievo poco studioso, o qualcosa del genere. Io guardavo e pensavo che anche io, ormai, non saprei più fare nemmeno un’equazione.

Avete presente il primo minuto dopo il risveglio? La nostalgia è ancora così viva, concreta, che, mezzi intontiti, si sarebbe prontissimi ad alzare il telefono per chiamare un sogno.

Poi, lentamente, si ricorda che sono passati tanti anni, non un minuto; che la chiamata sarebbe inopportuna, forse imbarazzante; e che, a passeggiare davvero in quel suo giardino, a castel de’ britti, senza dubbio non sapremmo cosa dire.

Chissà come mai mi è tornata in mente proprio adesso. Forse perché è di quelli che mi conobbero quando ancora di questa me non s’intravedeva niente; così mi piacerebbe presentarmi sorridendo e dirle visto, prof, che ce l’ho fatta.

Questa conchiglia

è molto più bella.

[…metafora]

Nodi

Al centro del tavolo, un regalo impacchettato. Si sa, più o meno, cosa contiene (un po’ è stato soppesato, un po’ qualcuno ha fatto la spia); certamente non nei dettagli, ma si sente che piacerà. Lo stringe un nastro, annodato stretto.

Ho le forbici in tasca: ma diventano così belle, quelle mani, quando fanno di tutto per scioglierlo da sé.

“Ma cosa hai da invidiarle?

…mi ricordo del tuo zaino, del suo no”.

Dipende

Cercano risposte assolute – le ho cercate anch’io.
Previsioni sulla vita – ti andrà bene, ti andrà male, hai possibilità, ne hai zero. Per sapere quante energie vale la pena consumare. Per sentirsi dire: puoi sperare.

E gli accidenti diventano oracoli, “ognuno è diverso” una frase fatta, in cui non credere.

Come se le cose accadessero per spiegarci l’andamento del mondo. Come se ogni incontro fosse un brandello strappato dall’unico libretto di istruzioni, da ricostruire a ogni costo –

anche incollando parole sottosopra, pur di non sentirsi persi
di fronte all’unica avvertenza rimasta dallo strappo: maneggiare con cautela.

E invece dipende.
Ci sono molte persone cui vorrei dirlo. Una sono io, anzi, ero io. Gli altri, stanno peggio Рanche molto peggio. Perch̩ non sanno ancora che dipende, e che lo spazio del dipende si allarga in proporzione ai tentativi. Che sconfitta non chiama sconfitta per sempre Рse non quando se ne ̬ convinti, e si smette di provare.

[Ci tuffiamo nell’infinito spazio tra 0 e 1?]