Camillo Sbarbaro, Rimanenze

Occhi nuovi,
attoniti – che guardano
come una stampa colorata il mondo;
occhi colore d’aria,
anticipi di cielo sulla terra
– il dolore v’è l’ombra d’una rondine,
un’acquata di primavera, il pianto –

occhi cui non ardiscono guardare
altri occhi:

occhi soli
come orfani a mano per la via;
tetri come lo specchio
della camera ad ore che patì
la ripugnanza d’infiniti volti;
occhi che nessun piangere più lava;
occhi come pozzanghere, miei occhi.