Due giorni

[Appunti dopo una due giorni parrocchiale] 

– A ogni domanda, il prete risponde per prima cosa con la regola. "La Chiesa dice". Perché? Perché ha il potere di dirlo e ti devi fidare. Poi, se proprio insisti, si difende con "ma Dio solo può giudicare". E meno male.
– Pensavo che sarebbe stato difficile, perché, anche se di vista, mi conoscono da sempre – e allora si sa, le maschere pirandelliane, la prigionia nelle aspettative altrui, il non potersi lanciare ed essere se stessi, un po’ come succede in famiglia.
– E’ stato in effetti difficile, ma forse per un motivo peggiore. Io non ho fiducia in loro.

[Ricordo la prima due giorni coi Diciottenni. Praticamente sconosciuti, mi parevano tutti meravigliosi amici in potenza; non sapendo chi lo sarebbe diventato, nel dubbio mi mettevo in gioco con chiunque, pubblicizzando la mia parte migliore e cercando la loro. Sicuramente ne è valsa la pena, ché se qualcuno  non è rimasto, con tanti altri s’è costruito qualcosa di bello.
Faccio così ogni volta che entro in qualche gruppo nuovo; poi certo inizio a scremare, a decidere su quali rapporti conviene investire; ma intanto parto credendo che ciascuno potrebbe diventare importante.
Coi parrocchiani, a parte un paio, non l’ho creduto nemmeno per un attimo. Perché ho dei pregiudizi enormi, sugli altri come su di me; perché molti sono altrettanto bloccati e comodi nei rapporti abituali, senza voglia di sperimentarsi. Proprio come me.]