Troppe cose

maglietta con le firme di tutti, schede e sussidio del campo

Troppe cose da raccontare, per raccontarle tutte; e ancora descriverle non basterebbe a trasmetterne fino in fondo la sensazione…
I cerchi sull’erba a parlare, coi neuroni affannati a rincorrere i pensieri in salita (ma si respira meglio, poi, quando arrivi in cima); le serate fra i letti a castello discorrendo d’amore e di Dio e la Vero che s’alza di scatto col suo perchè viviamo?; ma anche quelle più leggere elencando i ragazzi del piano di sotto; poi le messe sul prato fra alberoni e montagne in fondo, i canti alternativi e i misteri della fede gridati; la pace data scambiandosi frasi assurde e abbracciandosi con calore, non per convenzione; la barbetta ruvida del prete quando appoggia il mento alla mia testa e mi coccola un po’ (posso adottarlo come papà?), la confessione e quel Cristo che par proprio venuto nel Matrix per farsi conoscere; il seminarista, gli educatori sposini che c’inviteranno a casa loro una volta al mese – non è un favore noi facciamo a voi, ma il contrario: abbiamo bisogno di voi. Vi prendete un po’ di responsabilità del nostro matrimonio – e la respo che ascolta Einaudi e si tatua un suo spartito sul piede; Chiara che mi guarda svegliarmi e ride, i discorsoni con l’Anna, la Denny, la Nappi e i suoi giga di fotografie, la sera in terrazza con Benna, Dario ch’è un personaggio assurdo, Paolo che candidamente si confida a quaranta persone, Elena caposcout che studia lettere e mi darà una mano a (dis)orientarmi, la Otta che parte a discutere di scuola, ché la tapina vuole insegnar matematica; la maglietta che mi son fatta firmare e pullula di Grazie; il…

Sbuff. Troppe cose da raccontare, per raccontarle tutte. Almeno, per adesso.

[Forse troverò modalità espressive più chiare del flusso di coscienza]