Ho trovato l’utilità della letteratura

…ho vinto cinquecento euro arrivando prima a un concorso letterario.

Mesi fa trovai nel bagno (ebbeh, si sa che le letture migliori…) il fascicolo coi testi vincitori dell’edizione precedente. Lessi le modalità, lessi a chi era riservato il concorso, e pensai: che squallido. Io non parteciperei mai a una cosa del genere, no, davvero, è stupido e ghettizzante. Che bisogno c’è di riservarci un concorso letterario? Na na na. Va contro tutti i miei principi.

Senza contare che proprio i concorsi in sé, dai, sono violenti e spocchiosi: come si può avere la presunzione di giudicare una cosa così intima e personale come una poesia? In più c’era un tema da seguire… quindi bisognava scrivere una poesia apposta… Orrore! Nulla di più falso e forzato! Lungi da me!

….Poi ho letto che al vincitore andavano 500 euro, e ho deciso di iscrivermi.
Non ho più alcun principio morale.

Per rincarare la dose di cinismo di questo post, vi renderò noto che gli ultimi quattro versi sono abbastanza insinceri, tagliati per stare nel limite di lunghezza obbligatorio, calcolati per essere un buono slogan in relazione al tema del concorso e, di conseguenza, vincerlo.
Sono una merda, però ha funzionato.

[No, dai, solo la fine è parzialmente falsa, perché c’era quel dannato limite da rispettare. Tutto il resto è sincero, antimoralista e tagliente]