Splendido fallimento

regali

 

 

Naaa, non vale la pena andare a dormire. Tra un paio d’ore mi dovrei alzare per andare in trasferta con la squadra di basket, tanto vale fare il dritto e riposarsi in pullman.

E magari, alle tre di notte, ingannare l’attesa raccontandovi di una festa. Organizzata all’ultimo momento, sala affittata per un soffio, gente avvertita poco prima, eppure di certo la festa più popolata di sempre. Ma quanti amici hai?
Ac, coro, teatro, classe, imola, exquintaD, più un’infiltrato dall’uni. E’ una festa ecumenica – rido con Lucia – ac e ciellini insieme, senza dimenticare atei e indifferenti; coro e teatro vicini, invece che a farsi concorrenza sui venerdì.
Storie. Non eravamo insieme.

E’ stato un fallimento, perché una festa che comincia con un passaggio mancato e un telefono chiuso senza aspettare un ciao parte già male. E poi perché i gruppetti si son raccolti in cerchi senza intersezioni, mentre io rimbalzavo qua e là, assaggiando frammenti di discorsi non conclusi. C’è gente con cui ho scambiato appena due parole, compresi quelli che venivano da lontano e non vedevo da tempo; la mia classe quasi non l’ho vista, Luca sembrava tornasse invece non s’è presentato, Benna ha suonato solo per pochi a notte fonda, l’alcol è avanzato, Beppe è stato male.

Ma è stato uno splendido fallimento: non capita a tutti di lamentarsi perché si ha troppa gente con cui parlare. E anche scremando i conoscenti, quelli a cui ho poco da dire e quelli a cui direi tanto ma non ne avremo mai l’occasione in questa vita, restano certe persone importanti che bastano a scaldare la festa. Resta l’abbraccione dell’eli; resta mia figlia che mi chiede com’è andata, l’ac che abbozza un discorso scassone e mi porta un quaderno di citazioni da contraddire, l’uomo dai mille soprannomi che non ho ancora capito se si chiama davvero Stefano e che mi regala Chesterton, Lucia che se lo impezza, la Fra che sistema le candeline, Gianma and friends coi loro regali idioti (lo Svelto sarà indimenticabile), io che m’accorgo soltanto alle 2 che Luca non c’è – e questo è già un buon cambiamento, non m’ero mai scordata di aspettarlo. E poi la Vale con cui, chissàcomeeperché, m’incrocio appena ogni tanto per chiacchierate notturne; mi aspetta finché gli ultimi non se ne vanno – mi dà un passaggio e non riesce a far benzina e una puttana alle tre di notte ci dà una mano al distributore; la Vale con cui non so bene cos’ho in comune, di certo un blog e il nostro assurdo, inconcludente e meraviglioso scopo nella vita.