Sincerità

Per circa dieci minuti, al posto di questo post ce n’è stato un altro. Una breve poesia raccattata su internet per caso, dal titolo: "forse eravamo amici". Ma l’ho cancellata. Perchè sono di buonumore, e perchè noi siamo amici. Dobbiamo solo parlare un po’, scrollandoci di dosso qualche vecchio sentimento andato a male e le frasi stonate che corrono più veloci del pensiero. E’ difficile essere sinceri.

Intendo sinceri sul serio, esprimendo fino in fondo ciò che si sente. Tutto è mediato da un linguaggio insufficiente, si affrettano parole approssimate pur di riempire quei silenzi di cui si ha terrore, e ci si arrampica su un’ironia forzata per nascondere l’imbarazzo. Invece, a volte avrei voglia di poter contare fino a dieci, cento, mille; mettere l’interlocutore in stand-by e dire: sto pensando.
Sto pensando a come risponderti nel modo migliore, affinché tu possa capire davvero quello che sento; sto cercando la tua frequenza, per sintonizzare la mia e farmi comprendere. Allora nascerebbe l’empatia, e sarebbe più difficile arrabbiarsi, scocciarsi o solo sbuffare. Perchè ci vuole coraggio a sputare volontariamente su un’identità disarmata, che ti si apre di fronte con i suoi dubbi e le sue incertezze.

Forse sono troppo abituata a scrivere, e poco a parlare. Vorrei pesare, aggiustare, misurare e sezionare le parole dette, come faccio con quelle scritte. Ma non ci riesco, non è possibile, sfuggono via. E sono fraintese.