Forse il punto

è smetterla di affannarsi per evitare la sofferenza,
inseguire strategie per aggirarla, ridurla, nasconderla,
sperare in una cura, un’ipnosi, o almeno un accomodamento.

Forse basta prendere un respiro, tuffarsi,
e restare sotto l’acqua tutto il tempo necessario,
centellinando il soffio, lentamente,
finché il vuoto schiaccia il petto e dopo ancora,
arrivando fino in fondo a soffocare.

Tanto dicono che non si muore,
anche i più indecisi, alla fine,
sono costretti ad alzare la testa.