La morte

– o quel che ci s’avvicina –
è un passeggino senza controllo che scivola giù da una lieve pendenza
(certamente qualcuno se ne starà occupando)
molto lentamente sulla strada lungo il fiume
(certamente sarà tutto a posto, se nessuno fa nulla)
sparendo a tratti, nascosto dalla folla
(certamente si fermerà contro il parapetto)
finché il marciapiede resta vuoto

mentre una donna si avvicina, neanche troppo svelta,
(certamente non sarà successo nulla, o correrebbe)
chiamando qualcuno in tedesco, neanche troppo forte
(certamente una disgrazia farebbe più clamore)

e chi guida il gruppo esorta a non fermarsi tutti quanti
(certamente saremmo d’intralcio)
e il fiume continua a scorrere limpido fra montagne magnifiche
(certamente la vita va avanti)
ma io conto le parentesi, e l’anafora ridicola di avverbi, alibi, omissioni
(va spezzata

[Promessa: non delegare mai]