(Ma sarai sempre il mio bi.)

Un anno fa entravi dalla porta trovando appeso sul pomello un bel cartello con su scritto un enorme biiiiii – te l’avevo fatto per i due mesi. Mi ricordo bene la tua faccetta, ancora sbarbata, che spuntava dalla porta dandomi della bimbaminkia.

Stasera sei rimasto voltato un po’ troppo, prima di uscire dalla stessa porta – forse mi hai sentito pensare che l’altro ieri era entrato da lì il mio ragazzo, e ora ne stava uscendo un ex. O forse volevi solo fare lo scemo e farmi piangere mettendoti addosso una bella faccia drammatica, beh ti è riuscito perfettamente, siamo finiti come al solito abbracciati, mentre ridevo tra le lacrime insultandoti – vattene, cazzo, lèvati quella faccia lo so che la fai apposta.

Venerdì abbiamo deciso che, nei fatti, resterà tutto quasi uguale, perché non abbiamo il coraggio di troncare, perché ci abbiamo messo sei mesi per lasciarci formalmente, non so quanti ce ne serviranno per lasciarci davvero. Ma ho un po’ ho già iniziato a rendere reale il cambiamento, sfruttandone i lati – per me – positivi, come la libertà di negarmi senza sensi di colpa, senza pensare di venir meno a un dovere. Quelli negativi

(- Non te lo dico se no poi piangi
– Ma no, dimmi
– Mm no
– Dài..
– Eh… è che ho rinunciato all’idea.. di stare insieme a te)

ci vorrà un po’ di tempo per elaborarli.