Bi

Non ho ancora letto tutti e cinquantadue i bigliettini-ricordo che si pescano dall’apposita boccia, ma stavo pensando a quanto è bello averli in comune. Aver condiviso una quotidianità anche molto semplice, compresi gli scazzi, i silenzi, i rutti – (indispensabile garanzia di familiarità, insieme al comune lavaggio dei denti). E poi le cose imbarazzanti perché troppo tenere, che però con te andavano sempre bene lo stesso – anzi, ho avuto come il permesso di abbandonarmi a tutte le zuccherosità arretrate, con giusto quel po’ d’ironia per distinguersi dai bimbiminkia. Ma anche la semplice noia, il letto da rifare, i buffetti sul naso, la barba. La bonaria accoglienza verso le reciproche manie, derise ma in fondo perdonate, ché tanto le abbiamo entrambi. Scoprire che si può litigare, e poi le cose tornano a posto – non è così scontato, almeno secondo le nostre insicurezze. E naturalmente la possibilità di piangere, di vergognarsi, di commuoversi lasciandosi inglobare.
Soprattutto, però, l’adattabilità. Molto più tua che mia. Senza, non avremmo attraversato quasi indenni imponderabili variazioni di umori e orientamenti, differenze di bisogni e aspettative.
Non so bene cos’è, perché è durato e quanto durerà. Ma spero aggiungeremo molti altri bigliettini.