Volteggiare

Guidando giù dai colli, in una notte abbastanza vuota da poter andare piano, come piace a me, pensavo

agli indecifrabili affetti che si mescolano e si sovrappongono e confondono e indistinguono l’uno dall’altro, scambiandosi i ruoli e le priorità;

alle innumerevoli cotte, intese come fascinazioni totali e più o meno improvvise verso cose o persone, presto sporcate da irritanti imprecisioni, goffe indelicatezze, o fatali buchi neri sul piano dei valori – per cui forse andrebbe riscritta qualche opinione e qualche post (per poi rifarlo come prima, pentendosi, e poi ancora);

e immaginavo Рcome faccio spesso, con una certa fierezza Рdi prender per mano le vecchie persone e portarle fin qui, perch̩ sgranino gli occhi, almeno quanto me allo specchio,
al vedermi volteggiare nel casino
mantenendo, tutto sommato, una specie di grazia.