Dissertazioni psicowebbiche – 1

…Ma parliamo un attimo delle conoscenze virtuali.

Ho conosciuto un mucchio di gente su internet. Prima che pensiate io sia una gobba nerd, che vive in una stanza con la tapparella sempre chiusa e si alimenta di merendine, avverto che ho conosciuto anche un mucchio di gente fuori da internet.
E che la mia finestra non ha nemmeno le tende.

In questo e nei prossimi post, considerazioni sparse su alcune peculiarità di questa forma di comunicazione.

1. Le Possibilità
Immaginate di passare la vostra giornata in una biblioteca fatta solo di pause pranzo (metafora per universitari) o in una discoteca che trabocca di persone disponibili (metafora per dissoluti). Sulla porta, c’è un enorme imbutone in cui le Parche rovesciano di continuo nuova gente, di solito ben disposta a socializzare. E immaginate che questo possa capitarvi tutti i giorni, a qualunque ora vogliate.

Non abbiamo mica più bisogno di affacciarci alla finestra, stando ad osservare Silvie per lunghi anni – magari costretti a soprassedere sul fatto che Silvia ha i baffetti e il sedere un po’ grosso, perché è l’unica che passa sotto la nostra finestra. Adesso, se Silvia non ci caga o non ci aggrada, ce n’è senz’altro un’altra, appena sfornata, a cui chiedere haimsn?.

Tutto ciò è senza dubbio affascinante. E provoca dipendenza, perché proprio nel momento in cui stai pranzando di là, l’occasione giusta potrebbe lampeggiare al tuo monitor (oggi le occasioni non bussano alla porta, lampeggiano al monitor).

Non basterebbero cento vite per avere lo stesso numero di possibilità, anche supponendo di uscire tutte le sere ed essere brillanti, socievoli, interessanti e simpatici.
Cose che, di solito, non si è.