Le uniche attività

che attirano veramente sono quelle proibite. Quelle che si fanno nei ritagli di tempo, rubando quel tempo alle attività ufficiali, al dovere.

Ci pensavo mentre, profondamente tediata da Arte Medievale, mi sono messa a leggere con gusto Ossi di seppia.
Cioè, capiamoci, bellissimo, ma è Montale. Cioè non proprio una lettura da ombrellone. Sono sicura che, se avessi dovuto studiarlo per un esame, avrei bestemmiato contro ogni parola.
Invece, siccome è una morbida edizione commentata che mi sono regalata per spendere un buono di Feltrinelli, ci godo a fermare e rifermare l’occhio sulla parola che non capisco, finché non si scopre il (un) senso. E ce lo fermerei ancora di più, pur di non riportarlo a memorizzare duemila immagini di dipinti medievali.

…Che magari amerei moltissimo, se solo mio padre non li studiasse, se non avesse cercato di propinarmeli da quando avevo tre anni, se, insomma, quei maledetti spennellatori non galleggiassero nel grande calderone del Dovere, insieme ai Genitori e all’Università.

[Dev’essere per questo che noi non abbiamo voglia di studiare. Mia madre poteva aver voglia di studiare, perché suo padre pascolava capre e voleva insegnare a leggere solo al figlio maschio: studiare era una ribellione. Ma noi? Noi siamo condannati a non dover lottare]