P.G.R.

Il 21 dicembre ho avuto veramente paura.

Non so, in effetti, come altro scriverlo. Probabilmente non voglio, qualunque descrizione non sarebbe abbastanza incisiva.
Poi l’ho già raccontato a tanti, per sfogarmi, e sento che quella paura perde uno strato di realtà ad ogni narrazione – come le parole, che a ripeterle in fretta perdono significato.

In qualche modo voglio salvaguardare quella paura – e specialmente la successiva improvvisa, profondissima consapevolezza di stare bene. E la sensazione di dover sfruttare a fondo questa inaspettata possibilità/grazia.
Sento che già rischia di sfuggirmi, fra le quotidiane, insulse delusioni. Sarebbe, invece, un ottimo promemoria da tener presente.

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