Cratino

Domani sera, verso le nove, starò dietro le quinte di un palco rimuginando sulle mie quattro battute nei panni di Cratino – e il nome è tutto un programma – in attesa di rendermi pubblicamente ridicola.

Lo spettacolo è carino, il mio ruolo del tutto demenziale; e nonostante una parte di me si vergogni un po’, sento che demolire così spudoratamente la mia dignità mi fa bene, in qualche modo. Insegna a prendersi meno sul serio.  

[E non rompetemi l’anima, voi. Lo so che la Licia non piace a tutti come regista, che certi spettacoli sono riusciti peggio e altri meglio, che a volte, forse, ci tratta un po’ come bambini; chi cercava la partona drammatica stillante pathos da ogni battuta ha sbagliato gruppo teatrale. So anche che il significato è andato perdendosi, che nel copione c’è una frase palesemente contraddittoria a livello… ehm.. filosofico e nessuno se n’è accorto, e che di sicuro c’è di meglio.
Però, al momento, non me ne frega niente. C’è pure di peggio; questa è una buona esperienza – a livello teatrale, ma anche umano – e non ho intenzione di fare la schizzinosa. Vorrei, semplicemente, divertirmi un po’.
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