Certe notti – 2

– Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei; certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai…
– Ma proprio Ligabue dobbiamo sentire? A me Ligabue non piace
– Come fa a non piacerti… Certe notti… era la mia vita sai? – ha detto Cesare un po’ sognante, abbassando il microfono del karaoke, mentre la base continuava ad andare. Lo avevo visto cantare e mi ero avvicinata, nell’atrio ormai c’erano soltanto lui e Lorenza, la ragazza che tiene il karaoke. Era da un po’ che discutevano; sembravano in confidenza. Prima Cesare, scherzando, aveva istigato una bambina a darle della scema, e Lorenza lo aveva rimproverato molto seriamente. Lui aveva risposto che preferisce educare suo figlio a capire quando si scherza e quando no, piuttosto che a considerare tabù certe parole.

– La tua vita… allora non è una vita da rimpiangere – l’ha rimbeccato lei, severa.
– Come no… – sorrideva – le notti che se partiva senza sape’ dove anna’, prendevi la moto e via… senza di me i miei amici nun se divertivano, se c’andavo io invece tempo che entravamo in un locale a fa’ i coglioni, già ci eravamo fatti conosce’ e c’avevamo due o tre donne pronte a trombarci che…
– E ti rendeva felice una cosa del genere? – l’ha interrotto con trasporto, mentre raccoglieva i microfoni. Ormai era tardi, e poi non c’era più l’atmosfera giusta per cantare.
– Certo – ha risposto, col suo sorriso sicuro.
– No, Cesare, tu credi di essere felice – gli ha detto con pathos, quasi pregandolo di capirla.

Hanno continuato a discutere a lungo quella sera, mentre fumavano nella tromba della scale. Io mi sono sistemata a breve distanza, ascoltando senza intervenire quello scontro di opposte felicità.
Lorenza stava seduta su un gradino, a guardarlo da sotto in su. Appartiene a un’insolita confessione cristiana, ma le sue argomentazioni erano sovrapponibili a quelle cattoliche – specialmente la convinzione di possedere l’esclusiva sulla felicità. Gesticolava tutta partecipe, parlava molto più di lui, incartandosi ogni tanto in qualche ragionamento. Gli spiegava il vero amore secondo Dio con una partecipazione tale che sembrava volesse convincerlo ad amare lei.
Lui la ascoltava con la pazienza paterna di chi sa di aver ragione, e sa che l’altro capirà solo col tempo. Le diceva sorridendo che forse, dal suo punto di vista, senza offesa, era un pochino bigotta. Cesare gira con un tau al collo, ha ammazzato due persone per difesa, ha divorziato, trombato un’infinità di donne e crede in Dio.

[…continua…]