Certe notti – 1

– Ma che rumeno sei! Dico, potevo conosce’ un vero rumeno che stupra, ruba, ammazza, che ne so, e ‘nvece me tocca ave’ in camera l’unico rumeno in Italia che s’alzava alle quattro del mattino pe’ anna’ a lavora’! E pure in regola, ma te pare?

Io non sapevo ancora bene se potevo ridere con gli altri, o se dovevo difendere quel ragazzo smilzo e pallido, col cappellino di traverso, che non parlava quasi mai. Lui accennava un sorriso scuotendo la testa, come fosse abituato.
Mi ero seduta con loro al del bar dell’ospedale, c’erano un paio di ragazzi che già conoscevo di vista. Invece mi era nuovo questo tizio sui quaranta, che teneva banco in romanesco ostentando una gioviale arroganza. Aveva un neo sul naso e due braccia da palestrato; intravedevo un tatuaggio, una catenina al collo.
– Ma ancora nun m’avete presentato ‘sta ragazza, che cafoni.. nun ce bada’ – m’ha detto – questi so’ così… io sono Cesare comunque
– Mmm.. a uno come te conviene dare un nome falso, che non si sa mai.. vediamo… Marianna ti piace? Se no boh, Maria, Francesca, Genoveffa, scegli un po’…
Così è cominciato il gioco per cui ora in quel gruppetto mi chiamano con più o meno tutti i nomi femminili esistenti, tranne il mio.
– Quanti anni hai? – gli ho chiesto.
– Ventinove.
– Se tu hai ventinove anni li porti proprio di merda eh!
– Come osi! Ma io te brucio! Datemi un accendino! Io te brucio! Guarda che io c’ho sempre ventinove anni… quando ho divorziato, che ne avevo ventiquattro, mio padre disperato m’ha detto “ma quando crescerà ‘sto figlio…” e io gli ho garantito che sarebbe successo ai trent’anni. Da allora, ogni anno, ne compio sempre ventinove!

Cesare è un leader, un affabulatore. All’inizio mi ha ispirato vaga diffidenza, per quella sua virilità ostentata, l’aria rozza e un po’ violenta, la strafottenza da uomo vissuto. Poi ho scoperto che ha vissuto veramente dieci o dodici vite, di quelle che non ho visto né mai vedrò che da lontano.

[…continua…]