Ci vediamo nel tuo disegno – 3

– Vorrei entrare in questo disegno – le ho detto, mentre la sabbia diventava ocra. – Devo senz’altro venirti a trovare.
– …Attenta – mi ha risposto – guarda che ora sei prigioniera delle parole
РCio̬?
РEh, finch̩ le parole restano dentro di te puoi farci quello che ti pare. Ma quando escono, ne sei responsabile. Diventa una promessa
– Allora sono contenta – ho sorriso, indicando il disegno – non è male come prigione, no?
Percepivo che Giorgia si fidava il giusto. Si fa sempre questo genere di promesse, quando ci si separa. Ma lei non sa che ho un rapporto speciale con le separazioni e una manciata di traumi da abbandono e promesse non mantenute. Per ristabilire l’equilibrio della giustizia universale, prima o poi dovrò prendermi un paio di mesi sabbatici e fare il giro d’Italia, andando a trovare tutti i pazienti.

Più tardi Federico, il mio collega serviziocivilista, le ha messo in braccio un bambino che gironzolava in sala informatica. Lei se lo spupazzava tutta contenta.
In quel preciso momento, in biblioteca tenevano un incontro su Sessualità e Procreazione nei mielolesi. Il marito c’è andato, lei non ha voluto. Mentre la guardavo, mi chiedevo come mai una coppia alla soglia dei cinquanta non avesse figli. Forse non potevano. Forse non avevano voluto e ora lei abbracciava un rimpianto.

Giorgia ha alzato la testa dal bambino e mi ha guardato.
– Tu e quei due occhioni che capiscono tutto… – ha detto, con un sorriso complice.

Mi aveva sentito pensare?

[..continua..]