Rischiate il pensiero

Pensate sbagliato, rimangiatevi l’opinione, cambiate idea, smontatevi e ricomponetevi, ma pensate. Chiedetevi il perché di ciò che accade e di ciò che fate, chiedetevelo anche se non trovate risposta: avrete con voi il dubbio e sarà già abbastanza.
Agite per una ragione: qualunque ragione, della testa o dell’istinto, meditate a lungo o decidete in fretta, usate il buon senso o l’empatia, la sensibilità o l’intuizione; ma siate consapevoli di ciò che volete.
Scegliete da voi: rompete il pilota automatico e bucate la superficialità, afferrate saldamente il vostro timone e decidete la rotta; non siate sonnambule zattere nella corrente.
Ascoltatevi. Dialogate con voi stessi, date la parola a tutte le voci, considerate attentamente le possibilità.
Rischiate il pensiero. Anche quando è scomodo, nebuloso, incerto o strano; anche se poi cambia in tre giorni e vi frega, anche se vi mette in gioco dalle fondamenta, vi scombina le certezze, vi presenta il conto.
Ma non diventate mai squallidi esecutori, anonimi ingranaggi, docili sudditi.
Chiunque sia il vostro tiranno: che stia fuori di voi, o dentro.

[Cose che si pensano dopo aver letto la Arendt]