Accorgersi

Ascoltavo Due Tramonti, l’altro giorno. E quand’è finito l’ho fatto ripartire e poi di nuovo, in macchina, perché è la mia madaleine proustiana – tra le poche ancora rimaste. Durerà finché non l’avrò riascoltato troppe volte e il cervello scambierà le sinapsi dei sedici anni con quelle dei ventuno, confondendo il cielo terso del 15 gennaio 2004 con un altro qualunque.

Il 15 gennaio 2004 non è una data particolare. Era solo un giorno freddo e limpido in cui avevo tempo da perdere e sogni da disperdere, così pensai di perderlo e disperderli fischiettando alla finestra un motivetto banale di Einaudi, beandomi del sole e della casa del contadino che c’era ancora. Va’, niente di speciale.
Ma era speciale che mi venisse in mente di scriverlo. Oggi lo ricordo solo perché ho ritrovato quel paragrafino di descrizioni bucoliche datate 2004, che si concludeva con: “C’era un uomo con un cane sotto casa, è rimasto lì tutto il tempo a fissare il marciapiede, la siepe, il muro. Non si è accorto di nulla.”

Ecco. Io, invece, mi accorgevo.

Ho fatto parecchie cose in ritardo, nella vita. Perciò sono state speciali per più tempo: prima perché le ho immaginate più a lungo, poi perché le ho scoperte abbastanza recentemente da ricordarlo. In genere si perdono nell’infanzia obliata; io sono stata partorita fuori da casa mia appena cinque anni fa. Ma forse ormai ho finito di gattonare a caso e mettere in bocca le cose per sapere il sapore del mondo.
Questo rende tutto più noioso e incolore, bisogna dirlo. La felicità di ricevere un ti voglio bene a sedici anni non sarà paragonabile neanche alla dichiarazione d’amore dell’uomo della mia vita. Quel tipo di felicità incredula e totale è irrimediabilmente perduta.

C’è chi continua a inseguirla per tutta la vita. Senza capire che è come tentare di ritornare alti settanta centimetri, è fisiologicamente impossibile, l’ormone adolescente è andato, partito, morto; i sentimenti hanno un’altra chimica, e la felicità diventa costruire.


(Niccolò Fabi – Costruire) […A Tartufone :P]

E, vi dirò: a saperla vedere, dà molta più soddisfazione.

Intanto, domani compio ventun anni, e mi chiedo se saprò accorgermene.