Siccome non mi fido di nessuno

…almeno su temi politici, ho pensato di indagare un po’ per conto mio.

Nella conferenza stampa del 22 ottobre, Berlusconi ha fatto alcune affermazioni contraddette dai dati OCSE.

1) “Il 96% della spesa per la scuola va in stipendi”
No. Secondo l’OCSE, sommando stipendi di insegnanti e altro personale in tutti i gradi di scuola, si arriva all’80,4%. In linea con la media OECD (vari paesi sviluppati di tutto il mondo) del 79,9%.

(Non me l’ha detto nessun giornalista comunista, basta consultare il rapporto Education at glance 2008 e cliccare su Indicator B6: On what services and resources is education funding spent?, tabella T_B6.2b)

2) “Siamo al primo posto in quanto a spesa per studente”
No. Considerando tutti i livelli di istruzione, tra i Paesi OECD l’Italia è al sedicesimo posto. (Indicator B1 – scheda C_B1.1).
Per fare un esempio specifico, il costo medio per uno studente della secondaria in Italia è 7.648 dollari all’anno. Anche limitandosi ai Paesi dell’Europa a 19, la media è 7.600 dollari. Per dire, la Francia ne spende di più (8.927), e la Germania quasi come noi, 7.637 (scheda T_B1).

3) “In Europa c’è un docente ogni 13 studenti, in Italia uno ogni 9″
No. Per essere precisi, il dato oscilla tra il 10,7 delle elementari e l’11 delle superiori (Indicator D2, scheda C_D2.3 – ironia della sorte, anche il documento del Ministero riporta gli stessi dati, a pag. 22) contro una media dell’Europa che è quasi uguale per le superiori (11,5) e molto maggiore solo per le elementari (14).
Il dato sul rapporto docenti/studenti meriterebbe comunque uno studio più approfondito e critico (uno spunto si trova qui, pag. 4). Infatti, in alcuni Paesi europei:
a) i disabili non sono integrati nelle classi normali, ma in scuole speciali, non considerate parte del sistema di istruzione. Questo consente di creare classi più numerose ed elimina gli insegnanti di sostegno, che in Italia sono ben il 12% del corpo docente.
b) parte del personale addetto al funzionamento della scuola (assistenza mensa, aiuto allo studio…) non è considerato afferente al sistema di istruzione. Bisognerebbe verificare se queste funzioni sono sovrapponibili a quelle qui svolte dai docenti, nel qual caso il dato sarebbe falsato.

Altro, eventualmente, è rimandato a prossime puntate.

Riflessioni sparse (o domande retoriche che fanno insinuazioni sulla decadenza della società):
1) Il Governo fornisce consapevolmente dati falsati? Come mai è così importante convincerci che la spesa italiana per la scuola è eccessiva, quando è perfettamente nella media?
2) Come portare avanti un dialogo se non si fonda sulla verità e la trasparente riflessione sui dati?
3) Perché i giornalisti hanno chiesto al premier se avesse mai manifestato e altre domande da Donna Moderna, invece di chiedere ragione dei dati sbagliati?

P.s.
Non so perché, ma leggere questo articolo è stato una boccata d’aria, mi ha fatto sorridere. Leggerlo FINO IN FONDO, soprattutto il fondo.