Qualche cespuglio più in là, io mi ubriacavo di bellezza, stravaccata nel quasi-tramonto, coi Sigur Ros nelle orecchie, raggiungendo l’apice dell’estasi pacifica e pànica.
Loro, intanto, sventravano la bellezza, abbandonando lì in mezzo un carrello di vhs sfasciati, col nastro magnetico tirato fuori e annodato per metri fra gli alberi attorno.
Se avessero visto quel che vedevo io, avrebbero fatto piano anche a respirare.
Chi gli insegnerà a vedere?
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