Eccedenze

di parole (profuse raccontando, per spavalderia o vergogna, per aver finalmente anch’io da dire, per convincere me stessa ad alta voce)

di ironie (mi mancano quegli occhi che le spegnevano in un lampo, costringendomi alla verità. Cercherò di ricordarli – quando sarà necessario tirare un sospiro e parlare sincero – perché non sia stato proprio inutile fissarli, e qualcosa mi abbiano insegnato)

di sogni (sedimentati negli anni, a strati come calcare. E ora sfido chiunque a soddisfare le attese)