Il fatto di aver vissuto

– normalmente disperso, in un’epoca sbiadita, interrotta da macchie di colore toppe ombre grida e buchi, nella terra di nessuno tra ricordo e immaginazione (tanto che qualcuno prima o poi potrebbe dirti: non è vero, è solo nella testa) –

a tratti rivendica la sua esistenza 
come quando, sfogliando per caso un periodico locale, sotto un trafiletto di opinione sul nascente PD, salta agli occhi

S. Milani, 70 anni, pensionata

e ti ricordi che andò in pensione proprio dopo aver lasciato la tua classe – la stronza, poteva farlo prima – e che tu, anzi no, una che ti somigliava – poco (?) – avrebbe dovuto l’ultimo giorno lasciarle scritto qualcosa, forse un’autobiografia disperata, forse un tardivo cahier de doleances, o l’elenco delle cose del mondo che lei, povera vecchia, non aveva capito, mentre tu, anzi l’altra, la piccola saccente Briony, sapeva perfettamente.

Verrà un giorno – diceva fra sé Briony, e l’avrebbe detto puntando il dito alla fra Cristoforo, se solo avesse saputo chi fosse – verrà il giorno in cui ci rivedremo, e io ti sbatterò in faccia quello che sono diventata, dopo di te, nonostante te, e *mendicherai* scuse, e *ammetterai* mancanze. Tornerò – programmava Briony – quando il magone che sale in gola sarà cosa da bambini, e potrò guardarti in faccia senza che l’immagine si faccia liquida; allora ti elencherò le semplici leggi sul Perfetto Professore, con la placida fermezza di chi ha una ragione incontrovertibile, e ti presenterò il conto dei danni esistenziali. La tua sottomissione – fantasticava Briony – sarà plateale, sgranerai gli occhi biascicando "…non pensavo…", e commossa chiederai perdono.

Naturalmente non l’ho più rivista.
Non sono mai riuscita a rintracciarla; dicevano che finiti gli esami fosse partita, forse per l’India.
Ho una vaga immagine di quell’ultimo giorno nel cortile della scuola media. Non ricordo più con esattezza perché la odiassi, e, fondamentalmente, non m’importa nulla.

[Però ci prenderei un tè volentieri, un giorno, se sfogliando per caso le nostre esistenze ci capitasse di fermarci sullo stesso trafiletto]