Ma tu

provi emozioni?

No, certamente. Non sono qui combattuta tra il senso di colpa e la voglia di abbracciarti. Non sono quella a cui è rimasto addosso un lembo di pelle altrui per giorni e giorni e mesi e ancora. Non ho mai aspettato nessuno girando avanti e indietro per la stessa strada sperando in un incontro, io. Non mi sono affezionata perdutamente a persone impossibili. Non ho pianto in bagno per nostalgia, né nel mio letto, crogiolandomi nell’immaginare una vita – un’altra – in cui sarò me stessa, e credendola così reale da commuovermi. Non ho girato per parchi vuoti solo per sentire che rumore fa un’esistenza (dentro) contro un prato (fuori). Non ho caricato di aspettative assurde le prime persone che incontravo. Non ho scritto poesie patetiche. Non ho ho scommesso un anno della mia vita su un’intuizione (sbagliata). Non ho abbracciato cuscini la notte perché solo loro se lo lasciano fare. Non sono basita dall’irrimediabile incomunicabilità emotiva che mi attanaglia.
E, s’intende, non provo emozioni.

Ma per favore.