E adesso smettetela di voler essere qualcun altro, toglietevi le maschere e stracciate gli abiti sgargianti, lasciatevi dietro le frasi di circostanza e le rassicuranti formalità; assordate in un sussurro le grida arroganti, disarmate le sentinelle in avanguardia e abbattete le mura difensive, scendete dai trampoli su cui v’arrampicate fingendo d’esser grandi e bruciate tutti i metri e le bilance.
Allora forse – in un mondo che non c’è – bussando a qualche porta ci sarebbe presto aperto, e potremmo accomodarci sul divano di ciascuno senza l’obbligo di offrire né cortesia di accettare, senza temere del disturbo né scusarsi del disordine. Tranquillamente andremmo a passeggiare gli uni dentro gli altri, presentando al nostro ospite nient’altro che noi stessi.
Al mondo (me compresa)
6 Novembre 2005, 19:30
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