Mi è venuto in mente

ripiegando la maglietta, stamattina. Un flash, poi un altro, un altro, e ho ricostruito il sogno.
Seguivo un prete in bicicletta su via Azzurra, ma andava forte, svoltava, lo perdevo. Per strada un bambino m’affiancava, parlando della scuola e chiedendomi di me (non somigliava a lui, né dormendo sapevo ch’era lui, però da sveglia l’analogia sovviene…) poi era tardi e dovevo andare via. Mi aspettavano in un’aula piccola, con la cattedra e due letti al posto dei banchi, due letti morbidi di piumino blu.
Su uno s’ammucchiavano certi amici, così anch’io mi sono tuffata, la testa posata sopra il ritmo di un respiro,
ed era un abbraccio.