Moralismo

– Dimmi se non è bello… “può essere scrittore solamente colui che sente la responsabilità…
– Giusto, potrebbe riflettere sulla sua responsabilità nel farci perdere tempo
– “E’ una responsabilità per la vita che si sta distruggendo, e non bisogna vergognarsi di dire che questa responsabilità è nutrita dalla pietà
– Buffa questa chiesa, sembrava tanto un’aula universitaria. Chi è l’autore, un prete?
– Non credo, pare un ebreo. E’ un discorso del ’39.
– Dimentichi il “millenovecento” davanti. Sai, è giusto quello che mi stride, nell’ora di letteratura latina.
– Beh… è un collegamento al moderno… poi ci si lamenta di studiar cose vecchie e astratte
– Ah! Trovami la concretezza di questo moralismo, avanti.
– Non ti pare concreto? Senti qua: “Nessuno sia respinto nel nulla, neanche chi ci starebbe volentieri. Si indaghi sul nulla con l’unico intento di trovare la strada per uscirne, e questa strada la si mostri ad ognuno.”
– Ti dò ragione, non c’è niente di più concreto dei danni che provocano i santi crocerossini, decisi a indicare al prossimo la via della salvezza.
– Smettila! Non vedi come cerca di… di proporre un’alternativa, una speranza? In un’epoca in cui di lì a pochi mesi avrebbero sterminato anche le ultime? E poi non è cieco al male: lui lo vede, e ti ci lancia dentro! Però ti dice: scavalo, indagalo p e r  u s c i r n e !  Come dire: ehi, sarai nel nulla, ma non dimenticarti di cercare l’uscita…
– Giusto, dov’è pure la porta dell’aula?
- …
– No perché sai, io potrei studiare qualcosa di utile invece di star qui. Non ho bisogno di un professore universitario per una lezione di ottimismo spicciolo.
– …Scusa se qualcuno cerca di infilare un po’ di umanità in una lezione
– Ah! Ecco perché ha sempre quell’aria da puffo depresso appeso al microfono come a una forca! Ha infilato tanta di quella umanità ottimista nelle lezioni che poi non glien’è rimasta…  
– Uffa non sto dicendo che lo eleggerò a maestro di vita, osservavo solo che ha citato una bella frase
– Peccato che non mi chiederà quella all’esame
– Eh cazzo, che vivi solo per l’esame?
– Se ti dessero trenta e lode per la tua capacità di fingere buoni sentimenti, il tuo libretto non sarebbe piano di ventinove.
– Ma chi se ne frega del libretto… per me è più interessante ricordare che “Si perseveri nel lutto e nella disperazione per imparare la maniera di farne uscire gli altri, ma non per disprezzo della felicità, che compete alle umane creature, benché esse la deturpino e se la strappino a vicenda.” Possibile che non ti lasci affascinare mai?
– Uh, il fascino. Il fascino va sezionato nei suoi componenti ingannevoli.
– Cosa?
– Tutto ciò che ti attira in maniera indefinita contiene un componente ingannevole. Un tono, una parola che s’infiltra senza permesso nel tuo pianoforte inconscio, e pizzica una corda. Poi tu credi di averla suonata volontariamente.
– …
– Forse non è così? Sapresti spiegare perché queste frasi ti affascinano?
РBeh, perch̩ penso che siano giuste.
– Sbagliato. Se davvero pensassi, ti apparirebbero evidenti numerosi errori nel ragionamento: innanzitutto, l’idea di fondo della responsabilità dello scrittore è affermata a priori, senza alcuna dimostrazione. Dev’essere per questo che l’avevo scambiata per un retaggio cristianeggiante… ma ora che ci penso potrebbe esserlo ugualmente, considerando quanto anche i non credenti siano impregnati del loro moralismo. In secondo luogo, il tentativo di trarre fuori dal nulla anche chi ci starebbe volentieri rappresenta un’evidente violazione della libertà individuale - cosa che dovrebbe risultare deprecabile anche a una persona di buoni sentimenti come te. Infine, sarebbe comunque un tentativo del tutto presuntuoso e aleatorio, oltre che insopportabilmente violento: qualunque psicologo d’accatto sa bene che stare nel nulla non è il capriccio di un indolente, ma la condanna di un disgraziato.
– Finiscila con i sofismi! Non sto capendo più nulla…
– Allora ti mostrerò solo l’incongruenza più semplice ed evidente.
– Forse non la voglio sapere
– Non mi risulta che Elias Canetti abbia impedito la guerra col potere delle parole.
– …
РAnzi, ̬ accuratamente emigrato prima che le cose si mettessero troppo male per lui. Che si fa, lo riteniamo responsabile del suo fallimento?
– …
– Vedi. Non stavi pensando. Eri solo insensatamente affascinata.
– Non ti sopporto. Non venire mai più a lezione con me.
– Ma come, io devo tirarti fuori dal tuo nulla sentimentale. Lo volevi tu, no?
– Io devo tirarti fuori dal mio corpo.
– Per ora mi hai tirato fuori dal Ritratto di Dorian Gray.
– Quella è stata solo un’ispirazione. Devo allenarmi ancora un po’ per renderti odiosa come Lord Henry.
– Avrai tempo per studiarmi. Sarò con te tutta la vita.
– Incoraggiante.

[Ma avete idea di com’è convivere con due così che litigano continuamente dentro di me?]