– Un biglietto
– Destinazione?
– Un posto abbastanza lontano
– …AbbastanzaLontano. Ritorno?
– Non lo so
– Quindi?
– Mai
– Solo andata. Bagagli?
– Nessuno
– Nessuno? Ma è AbbastanzaLontano.
– Appunto.
– Almeno qualche ricordo.
– I ricordi sono arroganti. Pensano sempre di essere migliori.
– Non è vero, a volte si sentono inadeguati.
– Peggio: così te ne vergogni. I ricordi giudicano.
– Mica solo loro.
– Eh, perché crede che voglia quel biglietto.
– In effetti.
– …
– …
– Quasi quasi parto anch’io.
– Per un altro posto però.
– Perché?
– Altrimenti saremmo da capo.
– Ma vuol restare sola? Guardi che è triste.
– Troverò qualcuno lì.
– Beh e perché io non andrei bene?
– Lei mi ha già visto.
– Eh?
– Non si può cambiare finché qualcuno si ricorda com’eri prima.
– Perché?
- Verrebbero a chiedere il perché si è cambiati. Lei poi mi sembra avvezzo alla domanda.
– …
– Mi dia questo biglietto
– Perché?
– …
– Dai, scherzavo. Comunque non dovrebbe scappare.
– Per questo lo faccio. Ci sono troppi dovrebbe da queste parti.
– Quelli ci sono sempre.
– Anche in un posto abbastanza lontano?
– Anche molto molto lontano.
– No, lì si sposano perfino gli orchi verdi.
– Ecco dove dovrei andare.
– Dai, lei non è un orco verde.
- Lei che ne sa. Magari mi trasformo la notte.
– …Ma lei fa conversazione con tutti i clienti?
– No, solo con quelli interessanti.
– E’ un’avance? Guardi che sto partendo.
– Ma va là , non ci voglio provare. Non ci proverei mai con una come lei, via.
- …
- Ma le sembra? Con una cozza disadattata come lei? Impari un minimo a vestirsi, su.
– …
– Ehi, scherzavo.
– Il biglietto.
– Era per sottolineare che effettivamente da queste parti ti giudicano tutti, anche i bigliettai.
– Simpatico. Il biglietto.
– E va bene… a che nome?
– Ah quello che le pare. Adriana Meis?
– Banale. Tutti quelli che partono di qui hanno letto Pirandello.
– Per quanto pensa di portare avanti questa conversazione?
– Finché non facciamo un biglietto per due?
– Perché tutti i miei dialoghi filosofici finiscono con un appuntamento?
– Secondo me lei c’ha il chiodo fisso.
– Secondo me i miei personaggi sono indisciplinati.
– Eh lo diceva Bertoni che la letteratura, una volta scritta, fa un po’ quel cazzo che vuole.
– Sì, anche i lettori, una volta annoiati, fanno quel cazzo che vogliono. La finiamo?
– Meglio, così se ne vanno e ci lasciano soli.
– …
– Scherzavo. Ecco il biglietto.
– Grazie.
– A presto.
– …Perché sono segnati due posti?
- L’altro è per me.
– Ma non c’è scritto il suo nome.
– Sarà perché non esisto.
– Ah… no?
– No.
– Peccato. Â
Abbastanza lontano
7 Ottobre 2007, 00:04
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