Attraversare via Zamboni in mille minuti rimbalzando da un saluto all’altro - fa ancora caldo e tutti girano, è ancora ottobre e tutti frequentano. Bacio di qua, bacio di là , che esami ti restano, che hai fatto d’estate, buona lezione, ci vediamo, certo. Certo. Â
Improvvisare conversazioni nell’attesa di un esame, per quell’effimera solidarietà tra sconosciuti pronta a cancellarsi col mio nome sulla lista. Sperimentarsi con leggerezza in rapporti inutili, giocando un poco ad essere teatrale - non per falsità , così, per divertirsi appena; se giudicano chi se ne importa, ops, mi stanno chiamando, è il mio turno, in bocca al lupo a voi.
Tornano le voci impreviste, le possibilità intermittenti, l’umanità a coriandoli soffiata in faccia per caso.
Non ho più le aspettative del primo primo giorno (mi hanno spiegato che non è come a scuola, inutile attaccar bottone col compagno di banco, tanto non lo rivedi), ma un po’ mi fa sorridere lo stesso.
[Le piccole cose si apprezzano quando ne hai già abbastanza di grandi]
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