Scatti

[Cose a caso senza alcun nesso fra loro]

Una chiesetta bianca di pietra, una terrazza d’erba e di sotto, a sbirciare fra gli alberi, l’enorme vallata di foschia e tramonto pastello.
Una preghiera corale ripetuta senza pensare, osservando la piccola facciata virare dal bianco al rosso al grigioblu, e gli alberi accendersispegnersi con lenta fretta.
Qualcuno passeggia lungo il muretto, cercando il sole in qualche buco tra le foglie. Poi si pianta nell’erba e scrive, scrive un tramonto in un quadernetto nero, ché non saprebbe a chi altri raccontarlo.

Bologna di notte, pioggerellina schivata nei portici, sotto i lampioni un velo di nebbia estiva fuori tempo. Vecchie mura umide, manifesti strappati e portoni pesanti.
Una risata chiara, musica acuta e mani piccole; gli inseguimenti, il lago d’affetto e la paura; quella timida irripetibile poesia. Da un altro tempo, all’improvviso lì – forse perché era notte nei portici, forse le gocce come aghi, le mura umide, chissà. Quando ti sarai consolato (ci si consola sempre) sarai contento di avermi conosciuto.
Qualcuno va per una stradina del centro, sospira a fondo e sorride dentro, guardando dritto davanti a sé.