Volevo dirvi che sono contenta, ho in me un’insolita serenità tibetana, non ho la malinconia del partente nostalgico, né la paura del viaggiatore allo sbaraglio, né l’insopportabile eccitazione da oddio-sarà-il-viaggio-più-bello-della-mia-vita.
Ho chiuso certi conti e non lascio niente in sospeso, ho aperto certe porte e sono curiosa di affacciarmi.
"L’amore non è infatti un gusto, né un calcolo, e neppure un nostro intelligente disegno; esso è un’umile adesione all’essere così come ci si offre."
(Non vi dico di chi è ‘sta frase perché avreste dei pregiudizi. A parte Sammi, chiaro. Ma tu, Sammi, non farti strane idee).
Non so se è proprio l’amore. Insomma, l’amore come accade davvero, l’amore in senso lato, verso gli altri, verso le cose, è poi un guazzabuglio di bisogni e desideri e aspirazioni ed egoismi, tutta roba che c’entra più coi castelli in aria nella testa, piuttosto che con l’essere così com’è.
Forse è una specie di ricetta per un amore stoico e un po’ buddista, non so. In ogni caso, pare una buona strategia per la felicità.
Un po’ utopica, ecco; deve confrontarsi con gli accidenti e le circostanze, funziona giusto qualche volta. Adesso è quella volta, l’ormone è favorevole, la vita tira qualche scherzo ma poi sorride un po’ sorniona.
Domattina parto per l’interrail (MonacoPragaBerlinoNorimberga) e torno il 30 luglio. Avrò moleskine e macchina fotografica, cercherò di afferrare un paio di attimi e regalarveli al ritorno.
Ma è probabile che aderire all’essere mi distrarrà dal registrarlo.
A presto
["Bisogna essere capaci di lasciarsi andare al gusto del presente. Questo non vuol dire che devi cercare oggi tutti i piaceri, ma che devi cercare tutti i piaceri dell’oggi" (F. Savater)]
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