Aria fritta

Senti, non è che puoi spiegare una metafora con un’altra metafora. Né scrivere un libro per spiegare poesie, che va interpretato quanto e più di una poesia. Se ti andava di arrampicarti su parole fumose, scrivevi poesie, cazzo.

Sì, sono stupida e incapace di cogliere la bellezza nebbiosa dei vostri giri di parole. Nella mia vita precedente ero un meccanico unto di grasso e non sapevo fare altro che martellare marmitte.
Sono espressione della gioventù moderna insensibile e superficiale, non in grado di andare oltre le formule chiare da libro del liceo, sono anche pigra quindi voglio il piatto pronto e le cose spiegate fin nei dettagli con chiarezza.

Quindi sicuramente è colpa mia. Ma questo libro non lo sopporto più. E dire che l’ho scelto perché l’altro era quasi peggio.
Però al liceo mi hanno fatto una capa tanta sul non parlare in contumacia, Sisto ha rotto le palle quattro anni dicendo che un’interpretazione va dimostrata citando testo paragrafo riga e parola, e c’aveva solo ragione, cazzo, ché sennò non si capisce niente.
E siccome in 180 pagine di saggio su TUTTA la poesia del novecento tanti esempi non ci possono stare, per forza non si capisce niente.

No ma l’esame è bello. Però datemi i testi, qualche nota in fondo per capirli meglio, e poi parliamo di quello che I POETI hanno da dire sulla realtà, non di quello che I FILOLOGI hanno da dire sui poeti.

Ma forse ho sbagliato tutto. Sono troppo concreta per questa facoltà di aria fritta.