Però

Dicono che per scrivere poesie bisogna essere tristi
infatti questa non è una poesia
è solo un andare a capo senza regola
così
a
caso

Perché se per scrivere poesie bisogna essere tristi
stasera
non posso scriverne

L’altro giorno ho parlato di un palco
cui manca un’attrice, sparita fra le quinte
prima del tempo
– d’improvviso il regista
ha tagliato la parte
e i compagni rimasti
domandano
Perché?
(Ma il regista ordina e non spiega
Forse lo farà a sipario chiuso?)

Oggi ho visto un silenzio nero
raggomitolarsi fuggendo
da un’incomprensione disperata
E ho misurato la mia inutilità
inciampando nel vostro groviglio
di spiegazioni mancate
(Non posso
districarlo)

Quanto a me, m’ero convinta che non importasse
e che potessi lasciarlo confondere fra i conoscenti
Invece al rivederlo anche il mio cinismo ride
dei propri inutili buffi autoinganni
– ci restano addosso troppe parole
per essere due che si scorrono via –
(No certo, mi sbaglio
so che mancherà il tempo)

Però

– l’ho sentito subito, m’ha avvolto uscendo
dal portone di fuori
e ho respirato –

c’era proprio un bel vento, stasera. 

[Perché mai si è sempre tristi senza ragione, mentre per esser felici dovrebbe servire per forza qualche motivo?]