Ecco cosa farò da grande

Vorreste inviare alla vostra amata una lettera indimenticabile, cui nemmeno il suo cuore di pietra potrà restare indifferente? Siete bloccati dalla sindrome del foglio bianco? Vi credete incapaci di comunicare i vostri pensieri? Vi sentite dei novelli Cristiano, e cercate disperatamente un caritatevole Cirano disposto a prestarvi l’anima?

Nessun problema. Da oggi, troverete chi vi fornirà la penna. Precisamente, chi ve la venderà.
Questa generosa signora mette a disposizione il suo talento letterario ai frustrati privi di ispirazione: cinquanta euro basteranno per acquistare una missiva composta appositamente, su qualunque argomento: d’amore, d’addio, al padre, al figlio. Pronta in dieci giorni. Ma se dovete dichiararvi alla vostra amata prima che si trasferisca sette anni in Tibet, con soli venti euro di supplemento la vostra lettera urgente sarà pronta entro cinque giorni!

Naturalmente, prima di usufuire del servizio potrete beare la vostra sensibilità poetica dando un’occhiata ai numerosi esempi di lettere già fatte.
Ve ne presentiamo qui una, aggiungendo nostri commenti.

“E’ difficile parlare con chi non vuole ascoltare. E tu non vuoi ascoltarmi.
Forse sei sordo alle altrui parole…Alle mie, sicuramente.

Si può notare nell’incipit l’incisività e il rigore logico con cui vengono enunciate verità semplici quanto incontrovertibili, espressione dell’incomunicabilità ormai diffusa nella società moderna.

Io non credo di essere così crudele o maleducata come tu mi descrivi.
Osserviamo il tono dubitativo e insieme deciso, quel “non credo” che inizia la frase accogliendo il lettore in un’atmosfera dialogica e disponibile, senza tuttavia rinunciare a una conclusione efficace, coronata da un affondo delicato ma assertivo. La difesa della propria tesi avviene mediante un’analisi psicologica del proprio carattere accuratamente argomentata.

Ricatti? Quali ricatti? Non conosco questo termine, né saprei utilizzarlo.
Ecco che i temi annunciati in precedenza si fondono qui in un unico blocco testuale: il piano dialogico – evidenziato dalle domande retoriche – si unisce ad un’ulteriore sottolineatura dell’incomunicabilità.

Mi sembra che la tua presunzione e il tuo orgoglio superino ogni ostacolo.
Vuoi avere la coscienza a posto? Va bene: sei perfetto, un eroe senza macchia e senza paura alle prese con Crudelia Demon .

E’ in questo breve ma intenso paragrafo che si esprime pienamente la creatività della scrittrice. In poche parole riesce a concentrare ben tre espressioni del tutto originali e dense di significato, distanti anni luce da triti luoghi comuni e frasi inflazionate. Tuttavia il suo genio artistico non si limita all’elaborazione di nuove perifrasi, bensì tocca il suo apice nell’arguto collegamento con una figura chiave della cinematografia novecentesca, come ulteriore prova – come se ce ne fosse bisogno – dell’ampiezza di vedute e della vastità della sua cultura umanistico-disneyana.

Se credi di avermi fatto sentire la tua presenza e la tua solidarietà, ti sbagli.
Non importa, tu vuoi essere sempre al centro dell’attenzione, protagonista assoluto e indiscusso della tua favola. La Vita non è una favola. Purtroppo.

Dopo la metafora di stampo fiabesco, ecco in queste brevi successioni paratattiche l’inevitabile ritorno alla realtà, la malinconica consapevolezza dell’eterno abisso che separa il il mondo onirico da quello concreto, la dimensione dell’io da quella della realtà esterna, lo spirito dal corpo – un insanabile dualismo che ha tormentato secoli di filosofia, dalle due facce della lente spinoziana allo schiaffone in faccia che la moglie di Socrate mollò al marito, perso fra le nuvole dello spirito.

L’Amore è un sentimento troppo grande per entrare nello spazio limitato delle tue pagine. Amare vuol dire uscire da sé stessi per regalarsi all’altro. Tu non sai uscire da te. Pretendi che chi ti ama dimentichi e risolva da solo le proprie difficoltà per poi ammetterlo nel tuo mondo perfetto.
Prosegue in queste righe la riflessione sull’Amore gratuito contrapposto al gretto egoismo di una personalità limitata e cieca, come esplicitato nell’ultimo breve ma illuminante paragrafo:

Mi dispiace che tu non riesca a vederti. Mi dispiace che tu non riesca a vedermi.
Forse dovresti usare gli occhiali…
Ti voglio bene. Sempre e comunque.

Come può una simile conclusione non commuovere anche gli animi più insensibili? Dopo aver affermato le proprie ragioni, giunge la disarmata ammissione della sofferenza di fronte all’incomunicabilità ora trasfigurata sul piano visivo; per poi terminare in un appassionato invito oculistico che è anche una dissimulata, struggente supplica: “forse dovresti usare gli occhiali…”
Chi non ha mai sognato di rivolgere al partner una simile preghiera?

Ora che avete letto questo esempio, non crediate che la nostra scrittrice sia imprigionata in uno stile proprio e riconoscibile: è chiaro che la lettera realizzata per voi rispecchierà il vostro carattere e la vostra personalità in modo tale da non dare adito a dubbi sull’autenticità della vostra missiva.

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Ok. Se qualcuno volesse mai scrivermi una lettera ma non trovasse le parole, mi mandi pure un messaggino pieno di kappa, o un bigliettino sgrammaticato, o non mi scriva piuttosto.
Almeno, il silenzio sarebbe autentico.

[Postilla politically correct:
E’ noto che tifo per la libera espressione e schifo ogni giudizio non richiesto, specialmente in campo letterario.
Se la sedicente Cirana benefattrice si fosse limitata ad aprirsi un blog scrivendoci quel che le pareva, o a pubblicare un libercolo di poesie, buon per lei. Che so, magari mi sarebbe pure piaciuta.
Se si fosse messa a un angolo di strada chiedendo ai passanti un’offerta libera per una poesia su misura, come nel film Prima dell’Alba, avrebbe avuto pure un fascino vagamente bohemienne.
Ecco, il fatto che venda false lettere d’amore su internet a settanta euro l’una mi strappa qualche risata, và.
Concedetemelo.
Tanto durerà ancora solo pochi anni. Poi, quando farò la fame in fondo a qualche infinita graduatoria di insegnanti precari, sfrutterò anch’io il mio talento dandomi al business della prostituzione letteraria. In fondo è più comodo dei viali di notte.
Qundi, signora, non s’offenda, ché saremo presto colleghe. E le farò concorrenza spietata.]