Timidamente freddo

Ero a pagina 259 di un libro contorto, e un pensiero parallelo mi scorreva in testa distraendosi dalla trama; si annodava dietro le righe che non seguivo, si nascondeva, risaltava fuori, finché s’è fatto chiaro: non c’era affetto. A pagina 259 stavo pensando ad altro, a uno che mi ha chiamato oggi e che vedrò domani, e ho capito una cosa: in quindici anni non mi ha mai voluto bene in quel certo modo affettuoso che caratterizza un certo tipo di rapporti stabili. Almeno, non me l’ha mai dimostrato. O io non l’ho percepito.
Ecco cos’era. Freddo. Timidamente freddo. Freddo per paura, freddo come sembravo io.

[Dovrei continuare a leggere libri contorti che non seguo. Quando il mio neurone lavora da solo, senza controllo, se ne esce con ’ste cose…]