Bologna speaker’s corner

– Un cattolico è un fallito!

Avevo visto diverse persone guardare un unico punto, e mi sono avvicinata. Lui spuntava in alto, oltre le teste di un capannello di curiosi in piazza Verdi, e stava proclamando il suo buffo comizio in piedi su un pilastrino. Un cattolico è un fallito.
Ogni tanto qualcun altro s’alternava a parlare, ma l’abile conduttore del giochino retorico era sempre un arzillo e occhialuto vecchietto. Con qualche giro di parole scivolava abilmente da Dio al proletariato passando per Andreotti, la borghesia, la scuola, l’apatia del cittadino e il suo passato di comunista deluso; ascoltava le obiezioni per poi rivoltarle a suo favore in una battuta, con una domanda scomoda. Intanto la gente s’affollava attorno, partecipando al dibattito improvvisato da una parte all’altra della strada, interrotto al passaggio di ogni autobus.

– I cattolici sono succubi dell’autorità!
Eh no, caro, hai sbagliato persona. Puoi dirmi tutto, ma non che sono succube dell’autorità; e io certe cose non me le lascio dire senza rispondere. Così, gli ho risposto; devo aver detto qualcosa sulla libera scelta del credente.
– Posso farle una domanda? Lei è cattolica?
C’ho pensato un attimo, ché son domande da farsi in una vita intera, non in tre battute ai bordi di una strada. Per l’occasione, tuttavia, la risposta più adeguata mi pareva "sì".
– Bene. Se Dio le ordinasse di uccidere suo figlio, come fece con Abramo, lo farebbe?
– …Apparteilfatto che Dio poi glielo ha impedito…
– Risponda! Lo farebbe?
Sapevo che un "no" gli avrebbe consentito di interrompermi per chiudere trionfalmente il cerchio del suo ragionamento, denigrando in qualche modo superficiale la mia fede non coerente. Chiamati a raccolta i neuroni in riunione d’emergenza, ho cercato la risposta migliore elaborabile in due secondi e mezzo. Ne avessi avuti tre o quattro, me la sarei cavata meglio.
– Sono libera di decidere cosa fare. Così com’era libero quel figliol prodigo! Che ha fatto il padre – che non è un padrone – quando lui gli ha chiesto di andarsene? Non solo lo ha lasciato partire, ma gli ha pure dato i soldi che aveva chiesto… riaccogliendolo quand’è tornato, come niente fosse.
Ok, potevo di certo pensare a un ragionamento più stringente, ma si sa che le risposte giuste arrivano sempre a domanda già scaduta. Qualcosa però devo aver ottenuto, considerando che ha bofonchiato di non ricordarsi granché del catechismo, per poi fuggire rapido in una dissertazione sulla società borghese, seguendo insondabili analogie.
Per gli stessi originali percorsi è tornato sull’argomento, più tardi, regalandoci la seguente pillola di saggezza: "chi ha una fede rinuncia a farsi delle domande". Ahahahahahahaha. Vecchio mio, sei riuscito a dire in venti minuti le due cazzate più grosse che potevi inventare su di me.

Certo. Tutti quelli che mi conoscono sanno che io sono succube dell’autorità e non mi faccio mai domande.
Si vede che quel tipo non legge il mio blog.

[Comunque: l’idea della pubblica discussione è interessante. Le modalità sono affrettate, approssimative, con alto rischio di affascinare la folla manzoniana un po’ beota, avvantaggiando gli abili oratori rispetto ai buoni pensatori. Immagino che i romani avrebbero qualcosa da dire sull’argomento.
In ogni caso, tra i luoghi comuni spuntava a volte anche un’idea buona; ed è bello, in fondo, trascorrere un’ora buca all’università non solo mangiando una pizza, ma anche incontrando per strada qualche raffazzonato pensiero
]

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  1. Bolo - Trackback on 2008/01/18/ 01:39