Nevi

…c’è la neve e la neve da qualche anno ha un significato,
c’è stata quella della prima volta,
e poi quell’altra così bella, ricordo che lo era anche se non ricordo più perché,
anche se ora non me lo spiego più del tutto, ma mi aggrappo a questa convinzione come a una fede,
è l’unica cosa che mi resta di certi ricordi, il ricordo di averlo ricordato, io ricordo che mi sembrava così bello
e allora doveva esserlo, doveva.

E ora c’è questa, in cui assaporo il mio futuro lavoro, provo una vera soddisfazione nel farlo, mi appassiona,
e lì fuori c’è un alberino di natale un po’ in ritardo a farmi compagnia, sono da sola e forse un po’ mi spiace,
però può darsi che mi faccia bene, perché in effetti dovrei imparare ad avere una neve per me,

solo per me, da guardare senza ricordarmi di nessun altro,

qualche volta ci penso, i miei venticinqueanni, che continuano a sembrarmi troppi, non è che possa trascorrerli cercando sempre di riempirli con qualcun altro, di connettere ogni immagine a un ricordo o a un desiderio,
forse qualcuna, tipo la neve che cade là fuori, dovrei imparare a guardarla e basta, guardarla cadere, per quello che è, adesso, senza trasformare il mondo in una frotta di correlativi oggettivi,

o appena sbiadirà anche il ricordo del ricordo non mi resterà niente di nuovo da ricordare.