A forza di osservarmi

ho imparato a leggere tutti i livelli del mio umore.
C’è quello che si diverte – incredibilmente – chiacchierando con Gianma e gli altri,
e quello che a tratti mi fa perdere lo sguardo nel vuoto, dietro alla solita nostalgia.

A volte mi scopro a osservare tutto questo come dall’esterno – sarà colpa del manuale di psichiatria – e con un certo distacco, quasi chiedendomi chissà quale neurotrasmettitore mi è improvvisamente calato nel cervello.
Osservo l’oscillazione, fino a un certo punto le dò corda (ci sono comunque dentro, non posso non credere per niente a ciò che sento) e intanto aspetto che passi, sperando che stavolta duri poco.