Blog Archives

Dissertazioni psicowebbiche – 4

4. Le Frasi Assurde

“Che pensi?”

Vi è mai capitato, prendendo un caffé con una persona, di domandarle: “Come sei di carattere”?
E quando qualcuno a una festa vi ha chiesto dei vostri hobby, avete mai fatto una pausa, preso un sospiro, e risposto serafici: “Mi piace passeggiare al tramonto, così, per sentire l’arietta di primavera, poi mi piace pensare tra me e me, immaginando conversazioni impossibili; oppure affondare sul divano di un amico e lasciarsi andare liberamente a discorsi assurdi…”…?

Immagino di no. Perché i discorsi normali non oltrepassano i precisi confini di certi cliché. A un’attenta analisi, non sono quasi mai veri. Ad esempio, quanto ai miei hobby, la risposta convenzionale sarebbe stata, che so: fare teatro. Eppure ci dedico un centesimo del tempo e della passione che riservo alle conversazioni immaginarie… :)

Quando si scrive, invece, si ha tutto il tempo di bypassare le risposte automatiche. Si può disegnare a piacimento un’immagine di se stessi – che non è falsa, anzi potrebbe essere ben più vera dell’altra, semplicemente rappresenta una parte di sé che, in una conversazione comune, non emergerebbe mai.

Se cade il bianco – equivalente del silenzio – si può risolvere con un: “Che pensi?”, parecchio imbarazzante da dire vis à vis. E continuare così, costruendo forzatamente una conversazione con domande come: cosa stai pensando, cosa stai facendo, dove sei…

Dissertazioni psicowebbiche – 3

3. Dichiar-Azioni

“[pallina89 si avvicina a pinco87 e lo abbraccia forte forte]
[pinco87 violenta pallina89]”

Un’aspetto tipico delle chat, e del tutto irriproducibile nella realtà, è la possibilità di dichiarare azioni. E’ un’abitudine che ho preso ai tempi gloriosi di ExtremeLot (prego, un secondo di silenzio per ExtremeLot), e che è più nota ai giocatori di ruolo; ma ci mette poco a contaminare la comunicazione di chiunque.
Per pallina89, cui si bloccano le braccia ogni volta che vorrebbe dimostrare affetto, è assai più facile tentare un abbraccio di pixel, per vedere che effetto fa. E pinco87 può così verificare senza danni se a un suo approccio reale seguirebbe denuncia o notte di fuoco.

Questo provocherà situazioni molto particolari. Perché, quando Pinco e Pallina si vedranno dal vivo, psicologicamente saranno due che si conoscono da tempo, e si sono già scambiati tutta una serie di effusioni. Perciò al primo incontro avranno già finito di corteggiarsi, e non avranno bisogno di chiedersi molti permessi.

Dissertazioni psicowebbiche – 1

…Ma parliamo un attimo delle conoscenze virtuali.

Ho conosciuto un mucchio di gente su internet. Prima che pensiate io sia una gobba nerd, che vive in una stanza con la tapparella sempre chiusa e si alimenta di merendine, avverto che ho conosciuto anche un mucchio di gente fuori da internet.
E che la mia finestra non ha nemmeno le tende.

In questo e nei prossimi post, considerazioni sparse su alcune peculiarità di questa forma di comunicazione.

1. Le Possibilità
Immaginate di passare la vostra giornata in una biblioteca fatta solo di pause pranzo (metafora per universitari) o in una discoteca che trabocca di persone disponibili (metafora per dissoluti). Sulla porta, c’è un enorme imbutone in cui le Parche rovesciano di continuo nuova gente, di solito ben disposta a socializzare. E immaginate che questo possa capitarvi tutti i giorni, a qualunque ora vogliate.

Non abbiamo mica più bisogno di affacciarci alla finestra, stando ad osservare Silvie per lunghi anni – magari costretti a soprassedere sul fatto che Silvia ha i baffetti e il sedere un po’ grosso, perché è l’unica che passa sotto la nostra finestra. Adesso, se Silvia non ci caga o non ci aggrada, ce n’è senz’altro un’altra, appena sfornata, a cui chiedere haimsn?.

Tutto ciò è senza dubbio affascinante. E provoca dipendenza, perché proprio nel momento in cui stai pranzando di là, l’occasione giusta potrebbe lampeggiare al tuo monitor (oggi le occasioni non bussano alla porta, lampeggiano al monitor).

Non basterebbero cento vite per avere lo stesso numero di possibilità, anche supponendo di uscire tutte le sere ed essere brillanti, socievoli, interessanti e simpatici.
Cose che, di solito, non si è.